Un caso di Peste Bubbonica negli USA: Il gatto come fonte di contagio

Un individuo ha contratto la peste bubbonica, provocata dal microrganismo Yersinia pestis, nello stato dell’Oregon, negli Stati Uniti.

Secondo fonti mediche, si ritiene che l’uomo abbia contratto l’infezione dal suo gatto, anch’esso affetto da sintomi della malattia. Tipicamente, i sintomi iniziali dell’infezione sono simili a quelli dell’influenza, tra cui stanchezza, febbre, brividi e mal di testa.

Contagio insolito tramite animali domestici

Gli ufficiali sanitari dell’Oregon suggeriscono che il gatto potrebbe aver portato a casa pulci infette, le quali avrebbero successivamente morso e infettato il proprietario, oppure che l’uomo potrebbe essere stato infettato attraverso i fluidi corporei del gatto.

Il batterio responsabile della peste, Yersina pestis, di solito si trova nelle pulci ospiti di ratti, scoiattoli e cani della prateria, ma in rare occasioni queste pulci possono infettare anche gli animali domestici.

Il gatto ha manifestato un grave stato di malattia, sviluppando un ascesso drenante, e il contatto ravvicinato con il proprietario potrebbe aver facilitato la trasmissione dell’infezione.

L’uomo è stato prontamente trattato con antibiotici e ha risposto positivamente alla terapia, mentre le condizioni attuali del gatto rimangono sconosciute.

Segni e sintomi

Il batterio Yersinia pestis generalmente infetta piccoli mammiferi e le pulci che li parassitano. La peste bubbonica, la forma più comune della malattia, coinvolge il sistema linfatico e prende il nome dalle ghiandole linfatiche che si gonfiano, formando vere e proprie bubboni che possono svilupparsi in piaghe aperte e piene di pus.

Non è escluso che la peste contratta dall’uomo dell’Oregon possa essersi sviluppata in forma polmonare, poiché ha manifestato tosse durante il ricovero in ospedale. La peste polmonare e quella setticemica (infezione del flusso sanguigno) sono condizioni più gravi da trattare.

Quanto è diffusa la peste bubbonica

Sebbene la peste bubbonica non si trasmetta da persona a persona, quella polmonare si diffonde attraverso le goccioline respiratorie. Grazie agli antibiotici, la peste bubbonica, la stessa malattia nota come “peste nera” che ha causato milioni di morti nel Medioevo, non suscita più lo stesso terrore di un tempo.

Tuttavia, la malattia è ancora presente tra le comunità che hanno stretto contatto con gli animali portatori del patogeno, come nella Repubblica Democratica del Congo, Madagascar e Perù, dove, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, provoca da mille a 3mila casi di peste ogni anno nel mondo.

Si verificano sporadicamente casi anche nei Paesi industrializzati, come è accaduto in Arizona nel 2017, ma la malattia è assente in Europa e in Australia.

Nel 2019 ha fatto il giro del mondo la notizia della morte di una coppia mongola di origine kazaka dopo aver consumato il rene di una marmotta cruda contaminata con il batterio della peste.

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