Digiuno intermittente: durata, benefici e controindicazioni

Il digiuno intermittente non va confuso con forme di digiuno estreme e programmate, come quelle raccomandate da alcuni fanatici delle diete “detox” o da sedicenti guru new age fanatici dell’idrocolonterapia.

Il digiuno intermittente è un protocollo di salute basato sul digiuno di breve durata, con l’obiettivo di migliorare il proprio benessere.

A seconda della durata del digiuno e della finestra di alimentazione, i protocolli possono essere diversi.

I più semplici e facili da attuare prevedono un digiuno di 16-20 ore e una finestra di alimentazione di 8-4 ore, che si può praticare quotidianamente, se lo si desidera: i protocolli sono denominati Time Restricted Eating (TRE).

Altri si basano sul digiuno fino a 24-30 ore, ma questo metodo dovrebbe essere praticato solo una o due volte al mese.

La dieta a giorni alterni è ampiamente utilizzata nella ricerca. Un giorno si mangia normalmente, il giorno successivo si digiuna completamente – consumando così meno di 600-800 calorie al giorno – oppure si segue una severa restrizione calorica.

Come si può notare, non è necessario un digiuno prolungato per trarre i benefici di un digiuno. Infatti, oltrepassare le 72 ore senza cibo fa perdere massa muscolare magra, un problema importante per la maggior parte delle persone che cercano di tenersi in forma e non di ingrassare!

I benefici del digiuno intermittente

Il digiuno intermittente può portare a una diminuzione del grasso corporeo, con un impatto trascurabile o molto ridotto sulla massa magra.

Le ricerche dimostrano che il digiuno intermittente migliora il profilo lipidico del sangue. Gli studi basati su un protocollo a giorni alterni hanno dimostrato:

  • riduzione del colesterolo LDL, o colesterolo “cattivo”;
  • riduzione dei trigliceridi, composti che formano un tipo di grasso nel sangue e sono legati all’obesità, al diabete e ad altri problemi di salute.
  • I risultati suggeriscono che un sostanziale mantenimento dei livelli di colesterolo HDL, il colesterolo “buono”, può avere un effetto protettivo contro le malattie cardiache e vascolari.

Molti studi sul digiuno intermittente sono stati condotti su individui che digiunano per motivi religiosi, durante il Ramadan, in conformità con i requisiti di una fede come l’Islam.

Un risultato comune è stato la diminuzione del peso corporeo, con conseguente aumento dei livelli di adiponectina e miglioramento della sensibilità all’insulina, il che ha portato a un migliore controllo dei processi metabolici che coinvolgono il glucosio.

I risultati indicano che questa pratica potrebbe aiutare a prevenire la sindrome metabolica e il diabete di tipo II, soprattutto tra gli obesi.

Nei modelli animali, i ricercatori hanno scoperto che determinati tipi di tumore hanno meno probabilità di svilupparsi e che i tumori inoculati tendono a non crescere così tanto. Inoltre, in alcuni studi è stato dimostrato che la proliferazione di alcuni tipi di cellule tumorali è minore.

Digiuno intermittente: le controindicazioni

Sebbene gli studi abbiano dimostrato molti benefici del digiuno intermittente, questo metodo potrebbe non essere adatto a tutti.

Questi protocolli devono essere utilizzati solo con la supervisione di un medico, poiché possono causare carenze di nutrienti o squilibri di elettroliti.

Il digiuno intermittente è sconsigliato in gravidanza e durante l’allattamento. Dovrebbe essere evitato anche dalle persone affette da ipotiroidismo, diabete trattato con insulina e altri farmaci.

Non è raccomandato per le persone che soffrono di disturbi alimentari.

Questo approccio ha un grande potenziale, ma richiederà ulteriori studi prima di poterne raccomandare con sicurezza l’uso come trattamento preventivo o terapeutico.