La Dieta Mediterranea Riconfermata come la Migliore per il 2024

Chi desidera apportare modifiche alla propria alimentazione nel corso del 2024 può fare riferimento alla classifica annuale redatta dalla rivista americana US News & World Report.

La dieta mediterranea si posiziona sul podio come una delle migliori diete assolute per il settimo anno consecutivo, seguita dalla Dash, un piano alimentare promosso dal National Heart, Lung and Blood Institute americano, ideato per contrastare o prevenire l’ipertensione.

La terza posizione, precedentemente occupata dalla dieta flexitariana, vede ora l’ingresso della dieta Mind, uno schema alimentare progettato per favorire la salute del cervello. La graduatoria è stata compilata da un gruppo di esperti, tra cui medici, nutrizionisti ed epidemiologi, i quali hanno valutato attentamente 24 regimi alimentari differenti.

Dieta Mediterranea e Dieta Dash

“L’ascesa costante della Dieta Mediterranea e della Dieta Dash alle prime posizioni non sorprende affatto: numerosi studi ne hanno dimostrato l’efficacia nella riduzione delle malattie croniche o degenerative e nella promozione della longevità. Infatti, questi due regimi alimentari sono molto simili, differenziandosi principalmente per l’apporto di sale: nella Dieta Mediterranea è già notevolmente ridotto, mentre nella Dieta Dash è praticamente inesistente,” afferma Laura Rossi, nutrizionista del Crea.

Il paradosso del Nord Europa

È un peccato constatare che lo schema alimentare mediterraneo, riconosciuto dal 2010 come patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco, sia poco seguito proprio nei paesi in cui ha avuto origine.

Come descritto dal biologo Ancel Keys negli anni ’50, questo modello rappresentava il modo di alimentarsi delle popolazioni del Sud Europa, come Grecia, Spagna e Italia, soprattutto nelle regioni meridionali.

Nel corso degli anni, però, questi paesi si sono progressivamente allontanati dalla dieta mediterranea. Al contrario, le nazioni del Nord Europa stanno sempre più adottando questo schema grazie a programmi di prevenzione nutrizionale accurati.

Questi programmi promuovono il consumo di frutta e verdura, riducendo nel contempo l’assunzione di prodotti di origine animale. In questo modo, adattano il modello mediterraneo alla loro realtà locale.

Pur non utilizzando necessariamente l’olio d’oliva, optano per esempio per l’olio di colza, che presenta un profilo di acidi grassi simile, dimostrando la capacità di adattamento e la volontà di incorporare principi salutari nella propria alimentazione.

Al Sud Si mangia meno medieterraneo che al Nord

Nel Meridione italiano, si riscontra un consumo meno diffuso della dieta mediterranea rispetto alle regioni settentrionali. Nel corso del 2023, il Crea ha condotto un’indagine nazionale per valutare l’aderenza a questo modello alimentare nelle varie regioni del Paese. Secondo l’esperta, si è notato un trend di allontanamento più accentuato nelle regioni in cui la dieta mediterranea ha avuto origine, come la Campania. In base ai dati nazionali, queste sono anche le aree in cui si registra una prevalenza più elevata di obesità infantile.

La dieta Mind, focalizzata sul miglioramento delle prestazioni cerebrali e sviluppata dall’epidemiologa nutrizionale americana Martha Clare Morris, si è guadagnata la medaglia di bronzo nella classifica. Questo regime alimentare suggerisce il consumo regolare di sette porzioni di verdure a foglia verde alla settimana, cinque porzioni di frutti di bosco a mezza tazza settimanale, uno spuntino quotidiano a base di noci e l’assunzione di grassi principalmente da pesce e olio, con una riduzione di burro e formaggi.

La dieta mediterranea stessa è citata come benefica per la salute del cervello, in particolare nella prevenzione di alcune forme di demenza. Può anche avere un impatto nel rallentare lo sviluppo della malattia di Alzheimer, sebbene i dati non siano ancora sufficienti per supportare la sua efficacia come strumento preventivo, specifica Laura Rossi, nutrizionista del Crea. Sulla Mind, che ha come base uno schema mediterraneo, si fa principalmente riferimento a studi osservazionali, che, sebbene abbiano una forza diversa rispetto agli studi di intervento, collegano comunque la dieta a effetti cognitivi.

Le Migliori Diète per la Perdita di Peso

La Weight Watchers emerge come la migliore dieta per perdere peso, un programma originario degli Stati Uniti, dove i tassi di obesità adulti sono superiori a quelli europei. “Si tratta di un’azienda americana che fornisce servizi per la perdita di peso, inclusi prodotti alimentari specifici. Organizza programmi in cui i partecipanti sono attentamente seguiti e coinvolgono attivamente il supporto di gruppo, ispirandosi al modello di auto-aiuto degli Alcolisti Anonimi,” spiega la nutrizionista del Crea.

Al secondo posto tra i regimi dimagranti si conferma la dieta mediterranea. “Studi hanno confrontato una versione ipocalorica del regime mediterraneo con una dieta iperproteica: a due anni, la seconda risulta più efficace poiché consente di mangiare liberamente, ma le proteine risultano più sazianti, portando a un’assunzione calorica inferiore.

Tuttavia, a quattro anni, chi ha seguito l’iperproteica mostra un aumento di peso, poiché si abitua a un regime squilibrato difficile da mantenere nel lungo periodo, mentre la mediterranea ipocalorica insegna a mangiare in modo moderato ma bilanciato.”

La dieta volumetrica si dimostra efficace per ridurre il girovita, secondo l’esperta. “Classificando gli alimenti in quattro categorie in base alla densità calorica, questa dieta suggerisce di sentirsi sazi con cibi che hanno un elevato volume ma poche calorie, come brodi, zuppe, verdure, frutta e cereali integrali. Anche se può comportare un po’ di monotonia, questa tipologia di dieta può risultare utile per coloro che faticano a gestire le porzioni.”