Il prezzo delle uova: L’Agonia delle Galline Ovaiole nel Più Grande Allevamento della Polonia e dell’UE

Nel cuore della Polonia, nel complesso gestito da Fermy Drobiu Woźniak, principale produttore di uova dell’Unione Europea, si cela un oscuro scenario: migliaia di galline ovaiole stipate in gabbie anguste di metallo, prive dello spazio per distendere le ali, vittime di dolorose lesioni e condannate a livelli di stress che sfociano in comportamenti autolesionistici e episodi di cannibalismo. Tra carcasse, sciami di parassiti e creature morenti di fame e sete, si svolge questa cruda realtà.

L’associazione Anima International ha svelato queste agghiaccianti condizioni durante un’indagine sotto copertura condotta tra maggio e giugno 2023, gettando luce sulle terribili sofferenze subite dalle galline ovaiole nel più grande stabilimento di produzione di uova in Polonia e nell’intera Unione Europea.

Nonostante le affermazioni dell’azienda riguardo al loro impegno nel garantire il benessere delle galline ovaiole, le immagini e i filmati ottenuti durante l’indagine rivelano una realtà ben diversa. In questo colosso dell’allevamento, il concetto di benessere animale sembra essere una chimera. Le prove raccolte denunciano abusi, violenze e crudeltà inflitte alle povere galline ovaiole, esaurite dai ritmi di produzione e dall’affollamento delle gabbie.

Centinaia di esemplari, vittime della competizione per un centimetro di spazio in più, hanno perso completamente il piumaggio, e i loro corpi nudi sono costantemente bersagliati dai loro simili. Le più deboli soccombono sotto i becchi e i calci delle altre, intrappolate nei trespoli, troppo deboli per muoversi.

Le zampe di queste creature non toccano mai terra, ma si poggiano su un pavimento di rete metallica che causa gravi deformità. È impossibile immaginare il dolore che devono provare, essere senzienti costretti a una vita di paure, angosce e agonia, sfruttati fino all’ultimo respiro.

Ogni angolo di questo allevamento rappresenta una trappola mortale, senza speranza di salvezza. Non esiste personale specializzato in grado di fornire cure veterinarie.

Le testimonianze sono sconcertanti. Una delle attiviste coinvolte nell’indagine ha raccontato: “Quando ho trovato una gallina bloccata, ho cercato di aiutarla. Ma i miei colleghi mi hanno detto di lasciarla in pace. ‘Morirà comunque’, hanno detto, ‘è inutile cercare di salvarla’”.

Ogni giorno, più di un centinaio di corpi morti vengono ammassati su carriole, parte del macabro ciclo produttivo, e vengono poi rimossi.

Ogni aspetto di questo allevamento è un affronto alla dignità degli animali, particolarmente in un’epoca in cui gli animalisti chiedono con forza politiche a favore del benessere animale, come la campagna “End the Cage Age” che promuove il divieto degli allevamenti in gabbia.

I risultati delle indagini sono stati consegnati alle autorità polacche e una petizione lanciata da Anima International ha già raccolto oltre 200mila firme, chiedendo al Paese di sostenere il divieto europeo di allevare galline in gabbia. Attualmente, più del 70% delle galline ovaiole in Polonia sono ancora tenute in queste condizioni disumane. È possibile fare la differenza firmando la petizione e dando voce a queste creature indifese.

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