Bardana: Riduci Glicemia e Colesterolo in Modo Naturale

Pianta erbacea biennale, cespugliosa, dotata di una radice allungata voluminosa e di numerosi fusti scanalati ramosi che possono raggiungere un metro e mezzo di lunghezza, la bardana (Arctium lappa) cresce spontanea nei prati incolti ed è diffusa in molti continenti – dall’Europa al Nord America, ma anche in Africa e nell’Asia Settentrionale.

Le grandi foglie, a forma di cuore e larghe alla base, sono verde brillante nella pagina superiore e grigio argenteo in quella inferiore.

I fiori rosa porpora della bardana, assemblati in corimbi, sono racchiusi in un involucro verde a forma di fiasco, munito di brattee uncinate che, quando matura il frutto, si attaccano al pelo degli animali o agli abiti dei passanti per farsi trasportare altrove e colonizzare il territorio – una caratteristica che, secondo alcuni, avrebbe ispirato l’invenzione del velcro.

Il nome botanico della bardana – Arctium – riportato dal botanico Linneo, significa “orso” in greco antico, forse in riferimento all’aspetto ispido e selvaggio della pianta, mentre il nome della specie deriva dal greco labein (attaccarsi), in riferimento al fatto che il frutto si attacca ai vestiti e ai peli degli animali. Conosciuta fin dall’antichità come ortaggio e pianta medicinale, la bardana nella medicina popolare era usata come un antidoto contro i morsi dei serpenti velenosi e dei cani affetti da rabbia.

Bardana, un toccasana per risolvere le coliche epatiche e biliari

Organo metabolico, il fegato è il centro di stoccaggio e conservazione delle riserve energetiche dell’organismo e un vero e proprio laboratorio chimico di elaborazione e trasformazione delle sostanze assorbite dall’intestino.

I suoi compiti comprendono, tra l’altro, la produzione di bile e degli amminoacidi essenziali per formare le proteine; la metabolizzazione di grassi e glucosio e lo stoccaggio degli zuccheri di riserva; la distruzione delle scorie tossiche provenienti dall’esterno o prodotte dall’attività cellulare; la sintesi di albumine e globuline, nonché del colesterolo HDL da inviare ai tessuti e alle ghiandole endocrine per formare gli ormoni steroidei.

Tratto unico del fegato è la sua straordinaria capacità di autorigenerarsi, di “ricrescere” come la coda delle lucertole: non a caso in tutte le culture il fegato è considerato l’organo dell’energia vitale, del coraggio e della determinazione – come nella metafora “avere fegato” – mentre “mangiarsi il fegato” o “avere un travaso di bile” esprime la sofferenza di un fegato avvelenato da rabbia e frustrazione. Chi soffre di coliche epatiche o biliari può depurare ciclicamente fegato e cistifellea con un decotto di radici di bardana, da bere nella dose di due tazze al giorno per cicli di 15 giorni.

Radici e foglie purificano l’intestino e nutrono la flora batterica

Le radici e le foglie della bardana sono ricche di inulina, una fibra prebiotica molto interessante perché contribuisce all’equilibrio della flora batterica naturale presente nel nostro intestino.

L’inulina infatti è una fibra costituita da una lunga catena di molecole di fruttosio che, pur essendo indigeribile per l’uomo, costituisce un prezioso nutrimento per i Bifidobatteri intestinali che si nutrono di fruttooligosaccaridi.

Oltre a promuovere la crescita dei batteri benefici per il nostro organismo e a contrastare quelli nocivi, l’inulina promuove il corretto assorbimento intestinale di minerali come calcio, ferro e magnesio. Per questo, l’inulina ricavata da radici e foglie di bardana, è usata spesso negli integratori alimentari.

Le radici in decotto abbassano glicemia e colesterolo

Per abbassare la glicemia e i tassi di colesterolo si utilizzano principalmente le radici della bardana, raccolte nell’autunno del primo anno di vegetazione o nella primavera del secondo anno, ma anche le foglie, il rizoma, i semi ed i frutti.

Usate in fitoterapia per la loro attività depurativa, ipoglicemizzante ipocolesterolemizzante, lassativa e antireumatica, le radici di bardana contengono lignani, vitamine B, amminoacidi, oligoelementi, tannini, poliacetileni, steroli, zolfo, sostanze amare (lattoni sesquiterpenici) dall’azione batteriostatica e antimicotica, resine e soprattutto inulina, che svolge un’azione drenante e purificante del sangue, favorendo l’eliminazione delle tossine e degli scarti metabolici.

Il decotto di radici di bardana è consigliato come depurativo e antinfiammatorio anche in tutti i casi di gotta, calcolosi renale, litiasi biliare e reumatismi, o per contrastare patologie metaboliche come il diabete mellito di tipo 2, la litiasi biliare e per depurare l’organismo dopo lunghi periodi di trattamenti farmacologici o di abusi alimentari e alcolici. I semi di bardana sono impiegati nella medicina tradizionale cinese per contrastare le affezioni cutanee e l’influenza.

La bardana nei disturbi della pelle

Nota da sempre come pianta dermopatica per eccellenza, a livello terapeutico la bardana è raccomandata per la cura delle dermatosi di vario genere, dovute a infiammazioni, infezioni, patologie o disordini metabolici. Ricca di composti polinsaturi e acidi fenolici dall’azione antibiotica, antibatterica e antiflogistica, è particolarmente indicata nel trattamento di acne, dermatiti, eczemi, dermatite seborroica, forfora e psoriasi perché svolge un’azione disinfettante che abbatte la carica batterica patogena prodotta dalla fermentazione intestinale. Inoltre è ricca di sali minerali, tra cui potassio e magnesio, ottimi per tonificare l’organismo e contrastare gli stati astenici. Si assume in tintura madre: 40 gocce in poca acqua due volte al giorno, per non più di un mese.

La bardana nelle intolleranze alimentari

Il decotto di bardana è utile in tutti i casi di intolleranze alimentari per sfiammare l’intestino, ripulire il fegato e depurare il sangue: quando il fegato funziona male infatti i veleni prodotti dall’intolleranza restano a lungo in circolo, aumentando l’autointossicazione e intasando l’intestino, il che produce malassorbimento e aggrava l’infiammazione della mucosa enterica. Inoltre le tossine circolanti possono interferire con la chimica dei neurotrasmettitori a livello cerebrale e alterare lo stato dell’umore, creando una sorta di “infiammazione emotiva” che aumenta l’irritazione del tubo enterico.

Formulazioni e dosi per uso interno

La bardana può essere utilizzata in numerose formulazioni. Per l’uso interno può essere assunta sia in decotto che in tintura madre. Per preparare il decotto versare 1 cucchiaio raso di radici di bardana sminuzzate in una tazza d’acqua fredda, portare ad ebollizione, lasciando sobbollire per 5 minuti. Spegnere il fuoco, coprire e lasciar riposare per 10 min. Filtrare il decotto e berlo lontano dai pasti.

Tintura madre: 40 gocce in poca acqua tre volte al giorno lontano dai pasti. La posologia massima giornaliera consigliata è di 120 gocce.

Uso esterno della bardana

Il decotto può essere usato come lozione per depurare le pelli grasse, asfittiche, con punti neri e predisposte all’acne o alla seborrea. Le foglie fresche pestate e applicate sulle punture di zanzare, vespe, api e calabroni calmano rapidamente il dolore e diminuiscono il gonfiore. Il succo delle foglie fresche, ricavato con un estrattore, può essere usato per frizioni al cuoio capelluto, in tutti i casi di forfora o capelli “grassi”.

Controindicazioni

La bardana non va utilizzata da chi soffre di allergia alle asteraceae, famiglia a cui appartiene, e in caso di uso di farmaci ipoglicemizzanti.

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