Non pagare il conto al ristorante, quando si può fare se il ristoratore è un furbetto?

I turisti che si sono visti addebitare 2 euro sul conto per aver chiesto di tagliare a metà il loro toast hanno suscitato grande scalpore e un’ampia attenzione da parte dei media.

Il gestore di un bar di Gera Lario (in provincia di Como) ha tentato di giustificare il costo del coperto sottolineando che faceva parte di una tariffa aggiuntiva.

Una situazione simile si verificava in Liguria, dove un mercante faceva pagare lo stesso prezzo per chi portava un piattino vuoto per condividere un piatto, indipendentemente dal fatto che fosse pieno o meno.

Quello che è successo in un bar non lontano da Venezia è stato forse più scandaloso di tutti i casi precedenti: qui una signora è stata costretta a pagare 20 centesimi per un bicchiere d’acqua del rubinetto.

Sono tutti eventi che infastidiscono chi li ha vissuti in prima persona. Ma cosa è legittimo includere nel costo del servizio e cosa no?

Cosa è compreso nel costo del coperto e del servizio

Il coperto è una sorta di tassa obbligatoria che gli avventori devono pagare quando mangiano al ristorante.

I costi forfettari, che comprendono il servizio del pane e l’uso di posate, piatti e bicchieri, variano in genere da 1,5 a 2 euro, ma possono arrivare a 5 in alcuni locali.

Si tratta di un’usanza poco compresa dai turisti e, per questo, spesso causa di confusione. Tuttavia, se il conto riporta una voce per il coperto – come recita l’articolo 18 del Regio Decreto n. 635/1940 – il ristoratore ha tutto il diritto di richiederlo ai suoi clienti.

I locali possono far pagare taglio del cibo e acqua di rubinetto?

Una cosa è la politica di un ristorante di aggiungere una tassa di servizio al conto di alcuni clienti; un’altra è l’addebito di un extra basato su criteri soggettivi. Ma se queste scelte vengono fatte in modo arbitrario, possono esserci implicazioni legali.

Cominciamo da quello che è successo a Venezia, dove ai turisti è stato fatto pagare 20 centesimi per un bicchiere d’acqua del rubinetto.

L’acqua, che è considerata una risorsa comune e quindi gratuita per molte persone, in realtà non ha una legge che imponga di servirla sempre gratuitamente.

Il proprietario di un bar ha l’obbligo di fornire acqua potabile agli avventori. Inoltre, molti baristi si sono dotati di depuratori d’acqua per filtrare i contaminanti dall’acqua del rubinetto mentre versano le bevande. È quindi ragionevole che i proprietari addebitino ai clienti il costo di questi dispositivi.

Anche quando ordina una mezza porzione, il cliente non può reclamare pagando solo la metà: è comprensibile che questo costi di più rispetto all’ordinazione della porzione intera, perché per produrre queste porzioni non vengono dimezzate né le materie prime né il servizio.

Per quanto possa sembrare strano, anche la divisione in due di una pietanza, come nel caso sopra citato del toast, può portare a un legittimo sovrapprezzo: il toast è stato ordinato con patatine, e per dividerlo in due porzioni, i gestori hanno inserito più patatine del solito. Anche in questo caso, l’importante è che l’extra sia contemplato all’interno del listino prezzi.

Quando si può non pagare il conto al ristorante

Ci sono situazioni in cui la legge consente di lasciare un ristorante senza pagare.

Se al cliente è stato servito del cibo senza avere la possibilità di vedere il menu: se non c’è un listino prezzi, si può rifiutare il pagamento di ciò che è stato mangiato.

Allo stesso modo, se i prezzi sul menu non corrispondono a quelli che avete visto al momento della prenotazione (o dell’ordine di un altro cliente), potete rifiutarvi di pagare.

I servizi di scarsa qualità dovrebbero essere trattati separatamente dagli altri servizi.

Non solo la qualità del cibo di un ristorante è importante, ma anche il trattamento riservato da parte dei lavoratori. Se il personale si comporta in modo scorretto o negligente, potete contestare il conto e persino rifiutare il pagamento.

Chi non paga il conto al ristorante o al bar cosa rischia

Quando un cliente si sente insoddisfatto dei servizi, è importante ricordare che deve comunque pagare per quei servizi, a meno che non si riservi il diritto di intraprendere un’azione legale. Va tenuto presente che non tutti i disaccordi sono fondati sulla ragione.

Chi consuma un pasto e poi se ne va senza pagare può essere accusato di Insolvenza fraudolenta, un’infrazione all’articolo 641 del Codice Penale. Se il trasgressore adempie all’obbligo di pagamento prima di essere condannato per un reato, non sarà punito.